La paura dell’abbandono dell’elettorato di destra credo stia diventando fobico. E’ come se stesse iniziando a soffrire di attacchi di panico.
E’ storia raccontare che dal 1994 a oggi il centrodestra vince nelle urne e perde al governo, per cedimento strutturale interno, senza possibilità di recuperare: mancano di organizzazione e lucidità. Talvolta, per acerbe convinzioni, si portano malumori e diffidenze.
Ci ritroviamo nel 2023 con un Governo di centro destra anche pur sapendo che questa volta l’ala di destra repubblicana ha una maggioranza piu’ ampia rispetto ai tempi passati, però vedo che le problematiche si assomigliano. Veniamo ai fatti attuali.
Il Ministro Carlo Nordio detta una linea programmatica del suo ministero intervenendo pesantemente contro l’assetto attuale della giustizia indicando anche una possibile riforma. E’ evidente che alla sinistra non gli sta bene tutto questo. Fare toccare ad altri qualcosa che ha contribuito a costruire da oltre 30 anni è una missione quasi impossibile.
Carlo Nordio, l’ex pm, pensa che sia necessaria l’intenzione a limitare l’uso delle intercettazioni ambientali, ovviamente per evitarne l’abuso che ne fanno i magistrati e questo manda in delirio una filosofia nata da tanti governi di sinistra che ha visto piu’ volte, proprio grazie a questo strumento, capovolgimenti di governi centrali e sopratutto di centro destra.
Da qui all’indomani avviene l’arresto del superlatitante mafioso, il boss Matteo Messina Denaro, che al momento pare sia stato reso possibile proprio grazie all’impiego di questo strumento d’indagine. Ne consegue che il ministro della Giustizia Nordio finisce nella bufera per aver ipotizzato restrizioni all’uso delle intercettazioni..
Non mancano gli attacchi alla maggioranza sopratutto sul caso Cospito e alla questione del 41 bis. L’intervento alla Camera del Ministro di grazia e giustizia non è stato dei migliori e poteva sicuramente evitare di creare tensioni anche all’interno della maggioranza.
Cosi’ Il Pd non fa in tempo a nominare un nuovo segretario, grazie ai grillini, che ci si trova ad affrontare una disgrazia in mare e nasce il caso Piantedosi. Cutro, una tragedia di naufragi, scuote fortemente l’opinione pubblica. Media e opinionisti in Tv alla ribalta per cercare, da una parte e dall’altra, le responsabilità e forse sbagliano a dare molta visibitlità su un argomento che andrebbe di fatto affrontato in sede di riforma di leggi e regolamenti sull’immigrazione. Sta di fatto che, in meno di quattro mesi, l’opposizione è riuscita a chiedere già le dimissioni di mezzo governo. Forse potrebbe essere un record storico.
Nel frattempo c’è l’inchiesta sulla gestione Covid e la creazione delle zone rosse. Da prime notizie del lavoro che starebbe compiendo la procura di Bergamo pare esserci un decreto di istituzione proprio di una zona rossa con la firma solo di Speranza, ex ministro della salute, e non di Conte, ex presidente del consiglio dei ministri.
Dall’inchiesta salta fuori che, contrariamente a quanto ripeteva giornalmente Speranza, politica e scienza non andavano di pari passo, si legge sul giornale La Verità del 7 marzo ’23: La chiamavano “Scienza “e invece era Speranza, fu l’ex Ministro a cancellare messe e funerali ma scaricò la responsabilità al Cts.
Inoltre sul Corsera: “Nell’ambiente del Cts e dell’Iss, c’era l’idea che nascondere i numeri di Merler fosse un modo di non guardare in faccia la realtà. Tanto che Patrizio Pezzotti, funzionario dell’ISS, il 12 marzo segnalò a Brusaferro, a Gianni Rezza e allo stesso Merler come continuare a “secretare” quello che ha fatto Stefano con il suo splendido team ponga la nostra istituzione in una situazione complessa. (…). Alcuni colleghi, riferisce, dicono che siamo “dilettanti allo sbaraglio” senza un piano strategico”.
Non si riesce a fare in tempo a seguire le vicende che, ad un tratto, arriva la sentenza: “Tutti assolti“. Nelle motivazioni, le inefficienze nell’adozione delle misure organizzative e restrittive, necessarie a fronteggiare il Covid nella prima fase dell’emergenza. Dicono i giudici: “non hanno causato l’epidemia”.
E’ uno dei passaggi del provvedimento con cui il Tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato la posizione dell’ex premier Giuseppe Conte e di gran parte del suo esecutivo che erano stati accusati di epidemia colposa, omicidio colposo plurimo, abuso d’ufficio, e finanche attentato contro la Costituzione e contro i diritti dei cittadini.
E qui scatta la questione finale: gli italiani avrebbero preferito una sentenza epocale e severa per rivalutare il fattore primario dell’uguaglianza e dei diritti: Questo Governo avrebbe dovuto insistere e invece si sta facendo passare come se fosse tutto scontato. tanto chi paga è sempre il povero disgraziato. Forse l’inchiesta sarebbe dovuta partire dall’inizio della pandemia: sull’ipotesi di terapie sbagliate che avrebbero indotto a morte migliaia di persone. E’ utile ricordare che la sentenza del Tar Lazio del gennaio 2022 segnava cosi la fine della vigile attesa. Quel Tar ha spiegato che AIFA e le linee guida del dicastero della Salute sul Covid di fatto hanno proibito terapie che avrebbero potuto salvare moltissime persone dalla morte.
La conclusione è che in Italia non si ci annoia mai perché ci sono sempre tanti problemi di cui discutere.